Dopo il mio primo post con qualche consiglio sul ritratto, credo sia giunto il momento di parlare della parte più complessa di questo genere di fotografia, cioè tutto quello che non ha assolutamente a che fare con tempi, diaframmi, schemi luce e così via.
Sicuramente, il primo consiglio che mi sento di dare a tutti coloro che voglio iniziare a cimentarsi sul serio nel ritratto o nell'headshot, a livello professionale, è di progettare ed organizzare il vostro lavoro molto prima che arrivi il soggetto da fotografare: a lei/lui non interessano i nostri "giocattoli" e vedervi indaffarati o peggio preoccupati da altro, non potrà fare altro che mantenere o aumentare la distanza tra voi!
Siate pronti a scattare prima ancora che il o la cliente entri nel vostro studio.
Inoltre, l'aver pianificato tutto in anticipo vi darà due vantaggi fondamentali: essere molto più rilassati e focalizzati sulla persona che vi troverete davanti ed avere il tempo necessario per iniziare a conoscersi, studiarsi, per creare il rapporto di reciproca fiducia che è fondamentale affinché il vostro soggetto si mostri davvero a voi, al vostro obiettivo.
Ad eccezione di chi lavora con la propria immagine (al vostro posto non starei troppo tranquillo nemmeno i quei casi!), la stragrande maggioranza delle persone entrerà nel vostro studio portando con sé un bel bagaglio, che molto probabilmente conterrà degli abiti, magari della lingerie o del make-up nel caso delle donne. Ma non solo.
Ogni persona porta con sé il proprio stato d'animo, per non parlare di una probabile moltitudine di altri problemi, legati più facilmente al proprio aspetto o alla propria personalità. È proprio lì che dovrete fare la differenza!
Il lavoro di un vero professionista è più simile a quello di un coach, meglio ancora di uno psicologo, ben lontano dai Megapixel, dall'ultimo obiettivo luminosissimo uscito sul mercato o dall'ultima versione di Photoshop: un buon ritratto, potrete scattarlo anche con uno smartphone!
L'unica condizione, necessaria e sufficiente, è che il vostro soggetto sia esattamente lì, con voi.
Vi starete domandando quale sia secondo me il modo migliore per creare l'empatia e la sintonia necessari a realizzare il vostro miglior ritratto, ma purtroppo temo resterete delusi all'idea
che qui non avrete nessuna "dritta", nessuna scorciatoia per diventare dei veri professionisti del ritratto, per decidere insomma chi vorrete essere dietro all'obiettivo!
Ognuno di noi ha il proprio modo di essere, il proprio carattere ed il proprio metodo di lavoro: nessun tutorial, nessun workshop potrà mai dirvi chi siete e quale debba essere il vostro modo di mettere a proprio agio il vostro o la vostra cliente. L'unico vero consiglio che mi sento di darvi è quello di essere voi stessi, di non atteggiarvi troppo, di essere spontanei e soprattutto capaci di ascoltare e di osservare con attenzione il vostro soggetto, prima di metterlo davanti al vostro obiettivo e - soprattutto - durante il servizio fotografico.
Potrete usare la musica per creare un clima più rilassato, potrete scherzare, fare un pò di autoironia, essere molto propositivi nel suggerire pose o espressioni del viso: dipende solo da voi e non è detto che qualcuno o tutti questi "espedienti" vi portino alla foto perfetta.
Ciò che qui, in sintesi, cerco di trasmettere a chi si avvicina alla fotografia di ritratto, è che l'aspetto psicologico di questo genere fotografico è determinante. Fate vedere le foto migliori al vostro soggetto e commentatele insieme: pian piano scoprirete qual'è la strada migliore per raggiungere la vera essenza della persona che state fotografando, scoprirete quali sono i suoi punti di forza e le sue debolezze. Tenete sempre alto il "ritmo" dell'interazione, per poi prendere delle pause e guardare di nuovo insieme le foto, scegliendo le migliori, facendo notare cosa secondo voi funziona e cosa no.
Siate infine i registi di ciò che sta accadendo, divertendovi e facendo sentire a proprio agio il vostro soggetto, guidando o assecondando i suoi stati d'animo con le vostre parole, senza mai mostrare insicurezza o insoddisfazione, perché inevitabilmente le ritroverete tutte nelle vostre immagini e nello sguardo del vostro cliente mentre uscirà dal vostro studio. Ovviamente senza farvi mai più ritorno. ;)
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